Esame del Campo Visivo (o perimetria)

Il campo visivo è la porzione di spazio percepibile da un occhio immobile. Esso esprime la visione periferica, informativa e quantitativa, il tipo di visione che permette l’orientamento nello spazio.

Estensione del campo visivo

La rappresentazione grafica del campo visivo monoculare ha una forma ovoidale perché la sua ampiezza è condizionata sia da fattori anatomici (naso e margini orbitari) che funzionali (l’estrema periferia retinica, essendo priva di cellule sensibili alla luce, non possiede funzione visiva). I limiti del campo visivo si collocano, quindi, a 90° nella parte temporale (tempiale), 60° nella parte nasale, 70°-75° in basso e 50°-60° in alto. Nel campo visivo normale si può evidenziare, circa 10°- 20° temporalmente alla fissazione, un’area cieca (la cosiddetta “macchia cieca”), che è espressione grafica della papilla ottica (la testa del nervo ottico) priva di fotorecettori, “macchia” che nello svolgimento delle attività quotidiane non viene mai percepita. All’interno del campo visivo la capacità di percepire le luci diminuisce dal centro verso la periferia.

Esaminare il campo visivo significa misurare la sensibilità luminosa in un numero sufficiente di punti al suo interno e verificare se nei punti analizzati la sensibilità è normale o patologica. In caso di presenza di alterazioni della sensibilità, è utile per quantificare il danno, rappresentare su mappe o diagrammi i valori di sensibilità determinati.

Esistono due tipologie di strumenti per l’esecuzione del campo visivo: quello manuale di Goldmann e quello computerizzato.

Come si svolge l’esame

Il paziente è seduto davanti allo strumento con la fronte e il mento appoggiati negli appositi sostegni in modo da mantenere una posizione stabile durante tutto l’esame. L’esame è eseguito in visione monoculare ottenuta con l’apposizione di una benda davanti ad un occhio. Il paziente deve guardare per tutto l’esame il punto di fissazione al centro dello strumento e, senza muovere l’occhio, o dire all’esaminatore tutte le volte che percepisce la luce che gli viene presentata o deve azionare un pulsante ogni qualvolta percepisce lo stimolo.

Alla fine viene prodotto un grafico che evidenzia eventuali punti o aree di restringimento del campo visivo.

La perimetria non è un esame invasivo, non provoca alcuna sofferenza e richiede solo una certa attenzione. I risultati sono disponibili già al termine dell’esame, che dura complessivamente circa 20-30 minuti.

I criteri interpretativi sono:

  1. La presenza di scotomi: scotoma, nel linguaggio medico, sta ad indicare un’area di cecità, parziale o completa, all’interno del campo visivo, generalmente dovuta a lesioni del tessuto nervoso. È caratterizzata da una zona cieca, attorno alla quale la percezione visiva è invece buona. Possono essere assoluti o relativi: assoluto quando, in una determinata area del campo visivo, non viene percepito neanche lo stimolo a più alta intensità (perché le cellule ganglionari retiniche sono morte) e verrà rappresentato come un’area nera; relativo quando, sempre in un’area definita, alcune mire luminose possono essere percepite ed altre no (perché le cellule sono in parte morte e in parte sofferenti) e verrà rappresentato come un’area grigia o tratteggiata.
  2. La presenza di alterazioni della normale conformazione delle isoptere: di solito nel glaucoma le alterazioni iniziano dalla parte nasale del campo visivo.

Il campo visivo è un esame fondamentale per lo studio della patologia glaucomatosa ed il monitoraggio dell’eventuale progressione della malattia.

Per questo motivo deve essere effettuato periodicamente a seconda della valutazione dello specialista, confrontato con i precedenti e correlato con gli altri esami oculistici.

Campo visivo manuale di Goldmann

Campo visivo computerizzato Humphrey

Quadrantopsia al campo visivo computerizzato Humphrey

Esame dell’ OCT (Tomografia a Coerenza Ottica)

L’OCT crea immagini bidimensionali in vivo di sezioni della retina e fornisce un’analisi quantitativa delle caratteristiche retiniche utili per la diagnosi, il follow up e la valutazione pre e post farmacologica o chirurgica (www.meditec.zeiss.com, u.a. 2007)
E’ una tecnica non a contatto e non invasiva, che rileva immagini della sezione della struttura retinica con una risoluzione di circa 7/8 micron è di facile utilizzo ed ogni sezione retinica viene ottenuta in pochi secondi.
(“Guida alla professione di ortottista”, Città del Sole Edizioni, 2009)

L’esame dell’OCT viene utilizzato in molteplici patologie come:

  •  Degenerazione maculare senile
  • Retinopatia diabetica
  • Fori maculari
  • Sindrome dell’interfaccia vitreo – retinica
  • Edema maculare
  • Neovascolarizzazioni intra e preretiniche
  • Glaucoma

Strati retinici (Leggi tutto)

Esame dell’OCT della retina

Esame dell’OCT della retina

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